

L'ordine dei templari, è stato
protagonista di una delle più cupe ed enigmatiche tragedie d'ogni tempo. Tra
gli storici non mancano coloro che considerano l'annientamento dell'Ordine del
Tempio, con la condanna al rogo, nel 1314, dell'ultimo gran maestro Jacques de
Moley e dei pochi cavalieri sopravvissuti allo sterminio, come uno dei più
disastrosi infortuni incorsi dalla nostra civiltà.Nessuna società organizzata è stata tanto vicina alla realizzazione di un progetto di pacificazione universale attraverso il sincretismo religioso e filosofico tra le due grandi civiltà del Mediterraneo, quella islamica e quella cristiana. Su queste basi avrebbe dovuto realizzarsi il disegno templare rivolto a dare vita ad una federazione di Stati destinata a stringere vincoli di fratellanza con gli altri popoli del bacino mediterraneo. pericolosamente vicini al compimento dell'utopia eretica attirandosi la rovina.
Tesi molto più valida delle ragioni della storia, quali l'intento predatorio di Filippo il Bello, re di Francia, per appropriarsi dei loro tesori. Tutto questo spiega le ragioni per cui, tra le accuse a loro rivolte nel corso dei processi a cui vennero sottoposti, figura quella di avere adorato un idolo bifronte chiamato Baphomet. Ciò potrebbe anche corrispondere al vero, tenendo però conto che non si trattava di un idolo ma del simbolo di un'idea universale di fratellanza, volta a riunire in un'unica testa i due volti della civiltà cristiana e mussulmana.
Gli opposti sono sempre stati presenti nella speculazione filosofica templare, come i loro stessi emblemi dimostrano, a cominciare dallo stendardo bianconero detto Baussant o Beaucent, dal francese arcaico Vaucent, cioé "valgo per cento", chiamato dai templari di lingua italiana il Valcento.La loro permanenza ininterrotta in
Terrasanta permise ai templari di radicarsi nella realtà orientale, di intrecciare veri e
propri scambi culturali con i circoli islamici più evoluti: con i sufi, con i
dervisci, e soprattutto con gli ismaeliti dello Shayk al Jabal, il leggendario
Vecchio della Montagna, con i quali esistevano particolari affinità dottrinarie
ed organizzative. I templari erano di vocazione giovannita,
cioè cultori e interpreti del più ermetico dei quattro Vangeli, propensi a una
lettura più simbolica che letteraria delle verità della fede. A loro volta, gli
ismaeliti si distinguevano dagli altri gruppi islamici per la convinzione che
la lettura simbolica dei Corano affrancasse il fedele dall'osservanza della
norma. Sussistevano anche analogie sotto il profilo
gerarchico e militare con la setta ismaelita degli asassi detta anche degli
assassini o hashishin per lo smodato consumo di hashish. Entrambi gli ordini si
fondavano su di una doppia gerarchia, i cui gradi corrispondevano perfettamente
tra loro: una gerarchia accessibile, composta di cavalieri per i cristiani e
rafi per i musulmani, scudieri e fidati, fratelli e lasik; ed una gerarchia
occulta, dai priori o kabìr ai grandi priori o da'i, fino al gran maestro o
Shayk al Jabal.
Tali rapporti non indussero mai i templari a cedimenti o patteggiamenti sul campo delle armi. La macchina da guerra del Tempio non venne mai meno al suo ruolo, che imponeva a ciascun cavaliere una disciplina disumana e una spietata fermezza di fronte al nemico. Di tale durezza si ha riscontro nei regolamenti e nei rituali templari: "Voi non agirete mai secondo i vostri desideri", avvertiva l'officiante prima dell'iniziazione dei nuovi cavalieri. "Se vorrete andare al di là del mare, vi si terrà di qua; se vorrete restare qua, vi si manderà di là. Se vorrete risiedere ad Acri, vi si manderà a Tripoli o ad Antiochia o in Armenia. Se vorrete restare in Terrasanta, vi si manderà in Puglia o in Sicilia, in Lombardia o in Francia, in Inghilterra o in Borgogna, e dovunque noi abbiamo case o capitanerie o interessi da proteggere. E se vorrete dormire, vi si comanderà di vegliare; se vorrete vegliare, vi si ordinerà di riposare. Se vorrete sostare, vi si farà camminare; se vorrete mettervi in marcia, vi s'imporrà l'attesa. E quando vi si ordinerà di partire, non saprete mai perché né per dove. Siete certo, fratello, di poter sopportare tutto questo?E' nel segno di tanta durezza che i templari, al di là del loro sogno di tolleranza e di pace, rimasero la più temuta milizia crociata in Terrasanta.
Né si resero probabilmente conto, al
momento di abbandonarla per sempre, che proprio con la perdita definitiva di
Gerusalemme avrebbero raggiunto l'apice della loro potenza in Europa.Si spiega con il fatto che, pur avendo esaurito con la perdita del Santo Sepolcro il loro ruolo di guerrieri cristiani, i templari furono l'unica organizzazione in grado di assicurare ai principati latini il trasferimento dei propri tesori in Occidente. Si trattò di una delle più complesse esportazioni di capitali della storia, nella quale confluirono tanto i beni dei signori che dei mercanti e delle confraternite religiose.Con le commissioni riscosse dall'operazione, i templari organizzarono un sistema bancario di concezione moderna, inventando strumenti di credito, come l'assegno o la lettera di credito, derivandone un profitto di tali proporzioni da consentire loro di porre le basi per un potere economico smisurato. Molti sovrani d'Europa - per buona parte indebitati con l'Ordine - finirono per trovarsi nelle condizioni di non poter più prendere decisioni di rilievo senza mettere in conto la spada dei templari.Nessun ordine cavalleresco è mai stato così ricco e potente quanto quello del Tempio agli albori del '300, mai un'utopia tanto vicina alla sua realizzazione. Eppure l'illusione si consumò in fretta. La neutralizzazione completa dei templari si compì nel giro di una notte, grazie a uno scaltro colpo di mano dei servizi segreti francesi, che con un pretesto fiscale (la riscossione delle decime) s'introdussero nelle sedi dei Tempio da un capo all'altro della Francia. Ciascun cavaliere si lasciò arrestare senza opporre resistenza, certo di poter contare sulla forza occulta ed invincibile degli altri confratelli, non immaginando che in quella stessa notte del 13 ottobre 1307 venivano anch'essi arrestati.Fu così che la cavalleria templare fu annientata grazie a una trappola concepita da un re cristiano in poche ore. Segregati nei sotterranei di remoti castelli, i cavalieri dal bianco mantello scomparvero così, lasciandosi morire per la maggior parte sotto la tortura pur di non rivelare segreti né ammettere colpe infamanti.Seguirono anni di persecuzioni e di roghi, finché nel 1312 una bolla papale di Clemente V, sottomesso alla volontà di Filippo IV, ratificò lo scioglimento del Tempio.
Due anni dopo gli ultimi templari andavano al
rogo con il gran maestro Jacques de Molay, maledicendo Filippo, Clemente e il
consigliere regio Nogaret, artefice ed esecutore del piano. Tutti e tre
morirono entro l'anno.
Erano passati meno di due secoli dalla
costituzione dell'Ordine, fondato nel 1118 a Gerusalemme da otto cavalieri,
guidati dal francese Ugo di Payns, che si erano presentati al re Baldovino
cavalcando in due il medesimo cavallo.Varie ipotesi sono state fatte sul significato
di questa immagine, riprodotta sui sigilli dell'Ordine. Può raffigurare la
povertà cui erano votati questi monaci soldati o riferirsi a sofisticate
tecniche di combattimento e di marcia. Ma la chiave vera ha una valenza
esoterica più complessa.I cavalieri furono accolti con ogni riguardo dal
re Baldovino ed alloggiati nei locali ricavati dalle rovine dei tempio di
Salomone, per cui furono detti templari.Durante il concilio di Troyes (1128) venne
riconoscito l'Ordine, divenendo agguerrita milizia, da parte del pontefice
Onorio II, che lo ricopri di privilegi. San Bernardo di Chiaravalle fissò poi
la loro regola, stabilendo che i suoi membri non avessero "nulla di
proprio, nemmeno la loro volontà", dato che l'unica loro preoccupazione
era quella di "armare di fede lo spirito, di ferro il corpo". Il rogo del 1314 non segna la fine
dell'avventura templare, ma solo l'inizio della loro diaspora. I templari
entrano nella leggenda, inserendosi in altri ordini o mimetizzandosi nell'area
dell'esoterismo più occulto. Segni dei loro passaggio si ritrovano nelle
compagnie iniziatiche più disparate, dai Rosacroce ai "fedeli
d'amore", cui lo stesso Dante appartenne.
Tracce del templarismo sono riscontrabili anche nei rituali massonici, e c'è chi sostiene che l'attuale "rito scozzese antico e accettato" sia scaturito dall'esodo degli ultimi templari in Scozia, dove ricomposero segretamente le fila della loro società.Durante la rivoluzione francese si diffuse la credenza che fosse stato un templare il boia cui venne affidata l'esecuzione di Luigi XVI, ultimo discendente di Filippo il Bello. Il che starebbe a significare che non soltanto i templari sarebbero sopravvissuti nei secoli, nonostante la catastrofe abbattutasi sul Tempio, ma avrebbero conservato un tale potere da mettere a segno la loro vendetta.


