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In Occidente, l'arco ha terminato la sua storia militare circa nel 1500.

L'avvento delle armi da fuoco lo ha relegato alle mani di poveri cacciatori, briganti, contadini alpini che non potevano permettersi altre armi.

Nonostante ciò, la cultura del tiro con l'arco ha continuato a vivere in tutti i paesi.

Lo sport del tiro con l'arco risale a circa il 1700. Taluni lo considerano un gioco, altri uno sport e per alcuni rappresenta il veicolo per la ricerca interiore e la filosofia.

L'evoluzione attuale del tiro con l'arco sta a dimostrare che questo sport si sta diffondendo sempre di più grazie anche al rinato interesse per le arti marziali originarie del nostro Paese.

L'ARCO STORICO

Il tiro con l'arco storico è la dimostrazione che l'interesse verso questa disciplina passa attraverso il recupero delle arti marziali occidentali.

Il tiro si pratica con l'uso di archi, frecce ed accessori ricostruiti grazie all'iconografia ed alle fonti bibliografiche antiche. La metodologia di tiro "storica", per quanto possa essere estrapolata dai manoscritti medievali è avvolta dalle nebbie del passato.

La disciplina sportiva, pertanto, assume anche una veste che la porta verso la ricerca e lo studio archeologico - sperimentale.

Definire l'arco storico come strumento, è praticamente impossibile. L'ingresso nella pratica sportiva ne ha permesso la codifica ed una regolamentazione che ne permette di tracciare le caratteristiche.

L'obbligo è quello di utilizzare materiali esistenti fin dall'antichità quali il legno, il corno, tendine, ferro, pelle. La sua geometria costruttiva e la sua tipologia non sono moderne.

Parliamo del longbow di tasso delle guerre medievali, dell'arco piatto degli Indiani d'America, il ricurvo composito delle orde mongole di Gengis Khan.

Il longbow moderno è l'arco tradizionale per eccellenza. Anticamente costruito in legno oggi sopporta la presenza di lamine e fibbre di vetro. Il libraggio è di solito medio-alto (50-70 libbre) e la lunghezza varia dai 62 ai 72 pollici. Per le sue caratteristiche tecniche e filosofiche, è l'arco il cui utilizzo richiede una maggiore maturità arcieristica.


IL MOVIMENTO E LE FASI DI TIRO

La respirazione profonda e regolare, permette all'organismo di ricevere la necessaria quantità di ossigeno per permettere al cuore di rallentare il battito e ridurre il carico di lavoro.
L'inspirazione deve avvenire contemporaneamente alla trazione dell'arco.La naturalezza di questo atto ha vari vantaggi:

- permette di ottenere il minor sforso;
- aiuta la concentrazione;
- crea una naturale espansione del torace.

E' importante imparare a stringere "saldamente" l'arco. Per saldo si intende sicuro e non con tutta la propria forza. Se stringiamo troppo, mano ed avambraccio accumulano tensione oscillando e causando tremolio. La corretta posizione del corpo e della mano è quella che permette - con tutta calma - di tirare senza tensione.
L'AGGANCIO DELLA CORDA

La corda deve posizionarsi nell'incavo tra la prima e la seconda falange delle tre dita centrali. La funzione di indice medio e anulare è quella di "gancio", devono restare parallele tra loro ed esercitare la stessa forza di trazione. Il mignolo si piega verso il palmo ed il pollice vi si appoggia sopra.

Si può agganciare la corda in diversi modi:

figura 1. La freccia risulta tra l'indice e medio (infradito), curando di non soffocare la cocca fra le dita.

figura 2. Le tre dita sono immediatamente sotto la cocca.

figura 3.Le tre dita possono scendere ulteriormente di qualche centimetro. Più le dita scendono e più si abbassa la traittoria della freccia e viceversa
IL PUNTO DI CONTATTO

Il punto di contatto al volto è il punto di riferimento da raggiungere al termine della trazione della corda.

L'apertura raggiunta rappresenta il proprio allungo personale ed è un parametro individuale importantissimo

I tre punti di contatto più diffusi sono:

Figura 1. La mano della corda si appoggia sotto la mandibola. Posizione indicata con ilmirino.

Figura 2. La mano si appoggia al viso e tocca con l'indice l'angolo della bocca. Posizione indicata nel tiro istintivo.

Figura 3. La mano sale all'altezza dello zigomo, posizionando la cocca davanti all'occhio. Utilizzata per iri a distanze brevi.


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